VERNIO. Dopo cinque anni, centomila euro persi e la completa sfiducia nei confronti delle istituzioni, la società Genesio si arrende e rinuncia a riattivare l’antica centrale idroelettrica del mulino di Genesio.
«Siamo demoralizzati e demotivati - spiega Francesco Marchi - ci siamo trovati davanti a una situazione paradossale, dove la Provincia e il Comune di Vernio si sono palleggiati continuamente le responsabilità, di fatto impedendo la realizzazione di un progetto che avrebbe anche riqualificato un territorio, sempre più degradato».
Tutto comincia nel 2007 quando la Provincia di Prato e approva il progetto di fattibilità che prevede la riapertura della vecchia centrale di proprietà da generazioni della famiglia Marchi che produrrà 800mila kwattora con una potenza di 200 kwatt sufficiente al fabbisogno di 300 famiglie. Nel 2008 cambia il Ptc e la Provincia chiede alla società di dotarsi del consenso di pubblica utilità rilasciato dal Comune di Cantagallo e da quello di Vernio.
«Tutto faceva pensare che fosse un pro-forma - spiega Riccardo Marchi - invece il sindaco Cecconi dapprima ha dato il parere favorevole, attraverso il voto in consiglio comunale, poi ha cambiato idea e passando per la giunta ha deliberato che il progetto non aveva nessuna pubblica utilità per il Comune, peccato che il giorno seguente all’ interno della conferenza dei servizi su 23 presenti solo il rappresentante di Vernio ha bocciato la nostra proposta. Mi piacerebbe avere una risposta da parte del sindaco Cecconi su questa presa di posizione».
Secondo i soci di Ginesio il vento è cambiato per una questione economica. «Per far passare i tubi sul territorio di Vernio – spiega Riccardo Marchi – c’era dapprima stato chiesto di versare un contributo del 20% del ricavato a cui si aggiungeva il passaggio della centrale all’amministrazione dopo 5 anni. Condizioni assolutamente improponibili, dopo molto trattative abbiamo concordato di dare 4.500 euro all’ anno per ogni Comune (Vernio trattava anche per Cantagallo ndr)».
Genesio chiede, però, di firmare prima una lettera d’intenti e a lavori partiti l’accordo. «L' operazione – sottolinea Marchi – ci poneva al riparo da eventuali blocchi dei lavori da parte dei proprietari dei terreni. Cecconi non ha voluto firmare».
E’ stata trovata una nuova alternativa; fare i lavori soltanto nel comune di Cantagallo favorevole alla realizzazione della centrale. «La Provincia approva il nuovo progetto – precisa Marchi – ma chiede nuovamente un consenso di pubblica utilità da parte di Vernio per raggiungere la presa d’acqua che si trova a metà tra i due territori. Cecconi nega ancora il parere favorevole; nel frattempo abbiamo speso oltre 100 mila euro e sprecato una grande occasione di riqualificare il territorio e dare lavoro alle imprese locali». La società Genesio era anche disposta a disporre panchine lungo il tracciato dei tubi, a realizzare un centro didattico nella centrale e a risistemare la strada ponte Boccaccia-Centrale. «Purtroppo – commenta Marchi – i permessi stanno per scadere, comunque abbiamo iniziato la raccolta delle firme per chiedere il consenso ai cittadini ».
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